Dispersore su marciapiede o suolo pubblico

Domanda

Ciao Alessio avrei una domanda da porti: mi trovo ad eseguire dei lavori in un'abitazione indipendente su strada, che quindi non ha il giardino o un pozzetto del cliente da poter sfruttare per poter ubicare il dispersore di terra.
Volendo eseguire un lavoro a regola d'arte come mi dovrei comportare?

Alessandro L.
Risposta dell'esperto

Ciao Alessandro. Chi è iscritto al Circolo Elettricisti illuminati, ha a disposizione svariate lezioni sull’argomento che possono dare non pochi spunti. In ogni caso ti rispondo ma faccio prima una premessa che è fondamentale per chi non fa parte del Circolo:

Il dispersore di terra può essere di due tipologie:


• Dispersore intenzionale (picchetti, puntazze, carote, tubi, profilati, tondini, ecc.);

• Dispersore di fatto o naturale (ferri delle fondazioni in cemento armato, plinti, travi, ecc.);

 

Detto ciò, se intendi rifare l’impianto di terra hai fondamentalmente 3 opzioni a tua disposizione:

 

  1.                   Dispersore di fatto
  2.                   Dispersore artificiale
  3.                   Ambedue le precedenti

 

 

Partiamo dal punto 1: dispersore di fatto.

 

Il dispersore di fatto lo devi intendere come un dispersore naturale, ad esempio quello dei ferri di fondazione del cemento armato. Questa è una pratica che non solo si può fare, ma che è addirittura raccomandata dalla norma.

 

La CEI 64-8, all’articolo 542.2.1 indica che i ferri di armatura nel calcestruzzo incorporato nel terreno possono essere utilizzati come dispersori naturali. Nella guida CEI 64-12 “Guida per l'esecuzione dell'impianto di terra negli edifici per uso residenziale e terziario” è addirittura raccomandato utilizzare i ferri di fondazione (vedasi nota all’art. 3.6.2).

 

In sostanza, quando si parla di nuovi edifici, invece di piantare picchetti a destra e a manca, puoi utilizzare i ferri delle fondazioni in cemento armato, collegandoli, ad esempio, con una corda nuda di rame posta lungo il perimetro dell’edificio o più semplicemente, ancorandola in qualche punto strategico per poi portarla in corrispondenza della zona in cui presumi installerai il collettore principale di terra.

 

L’ideale sarebbe in corrispondenza del quadro elettrico principale così da permettere anche la corretta installazione degli SPD.

 

Se invece si tratta di un edificio esistente, come nel tuo caso, occorre capire se vi sia un punto di ancoraggio a questi ferri di fondazione.

Questo tipo di impianto di terra (terra di fondazione) garantisce in genere una resistenza di terra molto bassa (e di sicuro più bassa rispetto agli innumerevoli dispersori che molti infiggono nel terreno come se non ci fosse un domani).


Ovviamente la resistenza di terra dipende sempre dal tipo di terreno, soprattutto da quello in prossimità del dispersore stesso. Se il terreno avesse una resistività davvero molto alta è possibile che l’impianto di terra avrà un valore elevato nonostante l’utilizzo dei ferri del cemento armato. Caso raro ma possibile (come per le abitazioni alle pendici dell’Etna in cui il terreno lavico presenta resistività molto elevate).


Come ti ho anticipato prima, l’uso dei ferri del cemento armato è conveniente se è eseguito durante la costruzione delle fondazioni, quando lo scavo è ancora aperto (prima che sia effettuata la gettata…).
L’ingegnere strutturale, inoltre, non sarebbe molto d’accordo se andassi a scalfire una struttura in cemento armato completata, solo per trovare un ferro a cui collegarti con l’impianto di terra!

 

Se però questa attività si riesce a fare senza compromettere la struttura, ad es. perché è facilmente individuabile una struttura in cemento armato con dei ferri affioranti, allora la puoi usare come soluzione.

Ricordati che il calcestruzzo in intimo contatto col terreno è un ottimo dispersore perché tende ad assumere la medesima umidità del terreno e presenta quindi una resistività simile, perciò conviene senz’altro utilizzarlo.

L’utilizzo dei ferri di fondazione costituisce perciò un sistema disperdente efficiente ed affidabile; in tal caso l’aggiunta di dispersori verticali non modificherebbe in modo apprezzabile la situazione e nella maggior parte dei casi costituirebbe solo una spesa inutile che puoi evitare.


Ovviamente questo è vero se il calcestruzzo è realmente in intimo contatto col terreno; nei casi in cui tra la gettata di fondazione ed il terreno venga interposto del materiale isolante, ad esempio un’impermeabilizzazione, è opportuno realizzare anche un impianto di terra con dispersori intenzionali ubicati oltre alla guaina isolante, quindi ricadresti nel caso 3 sopra indicato ovvero quello con l’uso dei dispersori di fatto abbinati ai dispersori artificiali.

Ti ricordo inoltre che la corrente alternata non genera fenomeni di corrosione che sono tipici invece della corrente continua. Per evitare la corrosione si può ricorrere alla protezione catodica, di cui non ti parlo perché non ho sufficienti competenze sull’argomento.

Sfatiamo inoltre il mito dell’accoppiamento acciaio-rame; anche se non sono dei metalli troppo vicini nella scala di nobiltà dei metalli, non ti devi preoccupare dei fenomeni corrosivi in quanto all’interno del calcestruzzo siamo in presenza di un ambiente anaerobico e alcalino, quindi la corrosione non avverrà (ben diverso sarebbe se l’accoppiamento fosse all’aria aperta).

Morale dopo questo pippone: se puoi, usa i ferri di fondazione.

Se non puoi allora passa al prossimo punto.

 

 

 

Punto 2: dispersore artificiale.

 


Inutile dire che il classico dispersore verticale è in genere ispezionabile. Questa cosa in genere fa gongolare i vari ispettori (es. i tecnici dell’ASL) tuttavia l’ispezionabilità di un impianto di terra, nel caso di edifici civili alimentati in BT, NON è richiesta dalla norma quindi il dispersore intenzionale è un di più che serve solo ad accontentare chi vuole ispezionare l’impianto di terra.


Diverso sarebbe nel caso di cabine di trasformazione. La norma CEI 99-3 relativa all’impianto di terra di queste, richiede infatti l’ispezionabilità. E’ consigliabile rendere ispezionabili anche le terre utilizzate per gli impianti di protezione dalle scariche atmosferiche.


In ogni caso, un punto accessibile, può essere utile per avere un punto in cui effettuare misure e prove. Ma in un classico sistema TT puoi benissimo fare la prova strumentale tramite la classica presa a spina. Sarà una misura a favore della sicurezza in quanto tiene conto sia della resistenza di terra che quella della linea di alimentazione nonché dell’avvolgimento del trasformatore di cabina.

Quindi fornisce valori più elevati rispetto a quelli reali dell’impianto disperdente.

 

Nel tuo caso però c’è un problema, ovvero lo sfruttamento di suolo pubblico per installare il dispersore.

Normativamente non ci sono divieti di infissione dei dispersori sul marciapiede tuttavia non puoi fare ciò che ti pare sul suolo pubblico anche perchè qualche burocrate comunale potrebbe rompere le scatole.

 

Per evitare contestazioni quindi devi far chiedere il permesso al comune anche perché devi evitare di piantare un palo su qualche altro servizio (tubazioni, fogne, ecc.) con le conseguenze che possiamo benissimo immaginare.

 

Se non ci sono impedimenti particolari, difficilmente un tecnico comunale si può opporre a tale richiesta perchè fa parte della sicurezza di un impianto a servizio di una civile abitazione.

 

Come già detto, per quanto concerne il pozzetto d'ispezione del dispersore, puoi farne a meno, perché in questo caso la norma non lo richiede. Se poi lo metti tanto meglio. Ma questo è un punto a tuo favore perché se lavori di fino, potrai piantare completamente il dispersore senza che sia visibile e, grazie ad una piccola tagliola nell’asfalto, potrai seppellire anche il conduttore di terra.

 

Una sfiga che potresti avere è quella che un solo dispersore non sia sufficiente rispetto a quanto viene spiegato nella lezione “Coordinamento tra differenziale e resistenza di terra” della sezione “Come non ammazzare il cliente” del Circolo Elettricisti illuminati.

In tal caso dovresti piantare un altro dispersore a debita distanza, ma questo comporterebbe una maggiore difficoltà.

 

Io non posso sapere a priori se la resistenza di terra sarà idonea perché dipende dal tipo di terreno.

 


Punto 4 (anche se non c’era).

 

Salto in punto 3 in cui ti dico di usare ambedue i metodi perché non serve aggiungere altro e passo al punto 4 anche se non te ne ho parlato.

Non l’ho fatto perché personalmente non mi piace, ma è giusto che tua consapevole di un’ulteriore soluzione prevista dalla norma.

 

Se hai una tubazione che non contiene sostanze infiammabili, come ad es. la tubazione metallica dell’acqua, potresti utilizzarla come dispersore.

Questo però comporta alcune valutazioni:

 

1)      Devi chiedere il consenso all’esercente dell’acquedotto

2)      Devi fare in modo che vengano date adeguate disposizioni in base alle quali il responsabile degli impianti elettrici venga informato di ogni modifica che si intende apportare alle tubazioni dell’acquedotto

3)      Devi sperare che un giorno non sostituiscano il tubo metallico con uno in polietilene o altro tipo di materiale isolante

4)      Devi verificare che la resistenza di tale tubazione sia idonea per il coordinamento con l’interruttore differenziale

 

CONCLUSIONE

 

Io non posso suggerirti un modo piuttosto che un altro perché ogni caso è a sé. Sei tu che hai visto il cantiere e quindi sei tu che sia cosa si può o non si può fare.

Con le indicazioni sopra ritengo di averti dato sufficienti elementi per stabilire cosa sia opportuno fare nel tuo caso.

 

Una volta che lo hai deciso, mi farebbe piacere sapere in che modo hai proceduto.

 

 

P.S. chi sta leggendo questa risposta e non fa parte del Circolo Elettricisti illuminati, può gettare le basi relative agli impianti di messa a terra seguendo questo corso base

 

 

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2.1