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Luoghi MARCI (MAggior Rischio in Caso di Incendio)

COME COMPROMETTERE LA TUA PROFESSIONE INSTALLANDO IMPIANTI ELETTRICI NEI LUOGHI MARCI ANCHE SE SAI COSA SONO 

Premessa

Se pensi che i luoghi MA.R.C.I. (Maggior Rischio in Caso di Incendio) siano quelli dove ci sono muffa e umidità o credi di conoscere tutto a riguardo, è molto probabile che tu appartenga a quella parte di elettricisti che si sbaglia di grosso e che rischia continuamente di mettere a repentaglio la propria carriera e la vita di qualcuno, senza neanche rendersene conto.

 

In questo articolo ti dirò:

 

  • Le cose che devi necessariamente sapere sui luoghi MA.R.C.I per non incorrere in gravi, gravissimi, inconvenienti

 

  • Come vanno eseguiti correttamente gli impianti elettrici nelle case in legno

 

Circa il 75% degli installatori in cui mi imbatto spesso, tra forum e gruppi Facebook, non ha la più pallida idea di cosa siano i luoghi a maggior rischio in caso di incendio, qualcuno – e non sto scherzando – ha esordito con frasi tipo: “Ma che sono i luoghi marci? Quelli con la muffa?” 

In altri casi ci sono accese discussioni che rivelano sempre l’esistenza di uno, due, tre, quattro, cinque - mi fermo qua - sfortunati elettricisti che, pur sapendo cosa siano i luoghi MA.R.C.I., rischiano comunque di beccarsi una denuncia per colpa di grossi incompetenti…

 

Ti starai chiedendo come sia possibile una cosa del genere, ovvero, rischiare pericolosamente nonostante tu sia fra quelli che già sanno cosa sono i luoghi MA.R.C.I. 

Te lo spiego subito. Tanti (troppi) costruttori dal braccino corto sono in agguato dietro l’angolo e non vedono l’ora di fotterti, dicendoti che puoi considerare l’edificio di tipo ordinario, quando, invece, di ordinario ha ben poco… e tu potresti essere tentato di credergli! 

 

Specialmente se non hai letto cosa dice la norma a riguardo.

 

Esatto, ci sono delle prescrizioni. 

 

Non essere frettoloso, cerchiamo di capire per bene il perché devi approfondire la conoscenza di questi luoghi. Alcuni scommetto che non hai mai pensato possano essere inclusi… e invece lo sono!

 

Se stai pensando di poter fare affidamento sulle conoscenze dei cosiddetti “professionisti edili” con cui hai a che fare, sappi che ti stai scavando la fossa da solo e che, se dovesse succedere qualcosa, tutti potrebbero uscirne puliti tranne te in quanto la colpa viene spesso data al povero elettricista che ha solo fatto l’impianto.

 

Ti parlo di architetti, geometri e altri soggetti preposti alle pratiche edilizie, che ti chiedono la dichiarazione di conformità senza sapere se in quel caso sia necessario allegare un progetto a firma di un tecnico abilitato.

 

La responsabilità è soprattutto tua, quindi spetta a te sapere queste cose.

 

Purtroppo, mi sono accorto che anche tra i progettisti elettrici c’è qualcuno che non sa in base a quali parametri un luogo è da considerare a maggior rischio in caso di incendio. Se stai leggendo questo articolo, saprai sicuramente che sono un progettista anche io e, oltre nutrirmi di norme e tecnicismi, sono ben consapevole di tutto quello che mi circonda e delle tortuose dinamiche che riguardano il nostro settore. Per questo motivo, dopo aver visto personalmente l’insorgere impetuoso di queste problematiche, vorrei che almeno chi legge queste mie parole corresse ai ripari, per preservare sé stesso e gli utenti a cui realizza l’impianto.

 

Non prendere sottogamba quello che leggerai in questo articolo, potrebbe esserti realmente d’aiuto. 

 

5. ELETTRICISTA SOTTOGAMBA.png

 

Partiamo con un concetto di fondamentale importanza sui luoghi MA.R.C.I:

 

1) Sono soggetti a normativa specifica del CEI, non puoi assolutamente fare l’impianto come negli ambienti ordinari!

 

2) Serve SEMPRE il progetto fatto dal progettista dell’impianto secondo DM 37/08 (art.5 comma 2 lettera D)

 

A meno che non ritieni un optional seguire le norme, converrai con me su quanto sia importante riuscire ad individuare immediatamente questi luoghi.

 

Quella volta in cui l’elettricista non si fece mettere i piedi in testa

 

Ad un cliente elettricista del nostro studio di progettazione, non molto tempo fa, è stata affidata l’esecuzione di un impianto elettrico in una bella casa di legno e, inutile dirti, altamente infiammabile. Fortunatamente, aggiornamento e buon senso, l’hanno spinto a rivolgersi a noi per redigere il progetto e ad organizzare un incontro tu per tu con il cliente finale e l’architetto.

 

Finite le presentazioni, sono partiti subito i battibecchi. 

 

L’architetto, pieno di sé, non ha esitato neanche un minuto nel tentare di screditare la nostra professionalità, facendo intendere che l’elettricista fosse un buono a nulla, incapace di realizzare da solo l’impianto elettrico dell’abitazione. Perfino il cliente stava cominciando a dubitare della competenza dell’elettricista, affidandosi alle parole dell’architetto e vedendo che l’elettricista, effettivamente, aveva richiesto il nostro ausilio per realizzare l’impianto.

 

Il committente non sapeva da che parte schierarsi e l’architetto NON sapeva che nelle case in legno è obbligatorio il progetto a firma di un tecnico abilitato.

 

Dovevo pur fare qualcosa, così ho sfoderato l’arma più potente in grado di tutelare il lavoro degli elettricisti, o di distruggerlo se non la si sa usare: le norme.

 

Ho messo sotto al naso del committente la normativa in cui è chiaramente indicato che, per gli impianti elettrici nelle strutture costruite prevalentemente in materiale combustibile, la figura del progettista è necessaria per lo svolgimento corretto dei lavori e, finalmente, l’architetto si è fatto da parte. La cosa che più mi dà soddisfazione è che l’elettricista non si è fatto mettere i piedi in testa da chi ne capiva meno di lui di norme elettriche.

 

Pensa a cosa sarebbe successo se l’installatore avesse chinato il capo dinnanzi alla volontà dell’architetto e avesse realizzato l’impianto come se l’ambiente fosse ordinario!

Pensa a cosa accadrebbe a te se ti capitasse una situazione del genere (sperando non ti sia già capitata).

 

Comprendi ora quanto il tuo lavoro potrebbe diventare la tua condanna in sede giudiziaria?

 

Il tuo impianto potrebbe essere fonte di incendio

 

Sei un professionista e in quanto tale NON devi dare retta alle voci di corridoio, anzi, di cantiere, altrimenti non potrai mai dormire sonni tranquilli e potresti finire nei guai per mano tua o per mano di altri. Per tutelarti hai necessariamente bisogno di avere tutte le conoscenze a disposizione, che ti permetteranno di agire nella maniera corretta e di controbattere tutte le accuse infondate che ti faranno. E questo sarebbe l’ultimo dei problemi.

 

Se non applicherai la norma relativa agli impianti elettrici nei luoghi MA.R.CI, il tuo impianto potrà essere seriamente una fonte di incendio. Se venisse fuori che il tuo impianto non è a norma passeresti dei seri guai. Non credere che sia così bassa la possibilità che scoppi un incendio per una qualunque causa, se si chiamano luoghi a maggior rischio in caso di incendio un motivo c’è.

 

“…il Nucleo Investigativo Antincendio del Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco, ha pubblicato, a settembre 2017, uno studio in cui è indicato che fino al 38% degli incendi negli edifici è dovuto agli impianti elettrici (in Finlandia la percentuale sale addirittura al 42%)…”

E quando c’è incertezza sull’individuazione della causa di un incendio, spesso viene data ad un cortocircuito elettrico.

 

Se non vuoi credere alle mie parole, credi almeno a questi dati, parlano abbastanza chiaro.

 

È giunto il momento di capire qual è questa norma a cui devi tener fede e scoprire finalmente quali sono questi insidiosi luoghi MA.R.C.I 

 

I tre tipi di luoghi MA.R.CI.

 

La CEI 64-8, nella sezione 751, distingue tre tipi di luoghi MA.R.CI. in relazione alla causa che determina il maggior rischio. Per comodità li chiamerò di tipo A, B e C.

 

N.B. Premetto che sia il termine “luoghi MA.R.CI.” sia la distinzione del tipo A, B, C sono indicazioni usate nel linguaggio comune, ma che non trovano riscontro nella norma, tuttavia aiutano a capirci al volo 😉


Quali sono questi luoghi?

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Luoghi di tipo A: edifici con elevata densità di affollamento o elevato tempo di sfollamento oppure elevato danno ad animali o cose, in caso di incendio.

 

Questa tipologia, come puoi vedere, contempla ben 3 categorie:

 

  • Edifici con elevata densità di affollamento o elevato tempo di sfollamento

Possono far parte di questa categoria: locali di pubblico spettacolo, cinema, teatri, discoteche, alberghi, asili nido, istituti scolastici, strutture civili con altezza di antincendio superiore a 24 m, strutture adibite a persone disabili o con limitate capacità psichiche o fisiche (es. cecità), carceri, ospedali, buona parte dei locali indicati nel DPR 151/11 (elenco delle attività soggette a prevenzione incendi), ecc. 

 

Pensa a cosa accadrebbe se il tuo impianto dovesse causare lo scoppio di un incendio in un asilo nido, dove i bambini rischierebbero di rimanere feriti o perdere la vita.

 

Stiamo parlando di bambini, non adulti. Loro non hanno il senso del pericolo e non hanno abbastanza prestanza fisica e motoria per poter scappare, non hanno abbastanza intelligenza per comprendere la situazione di pericolo in cui si trovano e quale può essere un luogo adatto per ripararsi.

 

Tu, oltre a vivere nel senso di colpa, perderesti la libertà fino alla fine dei tuoi giorni e questo non è pessimismo, è la realtà di quello che potrebbe accadere.

 

Dalle mie parti c’è un detto: “è una volta che fa”. Anche se ti è sempre andata bene, non puoi adagiarti sugli allori e fare lavori ad cazzum - ovvero, non a regola d’arte - rischiando che qualcuno prima o poi ci rimetta seriamente.

 

Tra le varie avventure dei nostri clienti elettricisti, voglio raccontartene una in cui perdere quel lavoro è stata per l’elettricista Andrea la cosa migliore che potesse capitargli.

Andrea venne chiamato per realizzare l’impianto in un asilo nido privato e lui fece subito presente che era un luogo a maggior rischio in caso di incendio. L’impianto sarebbe quindi stato più sicuro ma anche più costoso rispetto ad un ambiente ordinario.

La cosa incredibile è che il cliente e il suo architetto non ne vollero sapere nulla e decisero di cambiare installatore scegliendone uno che non aveva alcuna remora a mettere a repentaglio la vita di questi poveri bambini installando un impianto elettrico inadeguato e pericoloso.

 

Fortunatamente non è ancora successo niente, ma Andrea è da ammirare per aver rifiutato di fare un lavoro non a norma. Purtroppo, di controlli ce ne sono ancora pochi e quindi l’altro elettricista l’ha fatta franca (per ora…).

 

Se leggendo queste righe hai pensato che anche tu avresti rinunciato al lavoro a favore della sicurezza dei bambini e della tua responsabilità, allora siamo sulla stessa lunghezza d’onda e so che queste mie parole non saranno parole al vento.

 

  • Elevato danno ad animali

Possono far parte di questa categoria: stalle, allevamenti intensivi di bestiame, ricoveri di animali in cui la mancanza dell’alimentazione elettrica ne provoca la morte (ad esempio quelli in cui ci sono mangiatoie elettriche o quelle in cui ci sono sistemi di ventilazione forzata, come accade per gli allevamenti di polli le cui feci producono vapori di ammonica e nel giro di 10 minuti, senza ricambio d’aria, rischierebbero la morte), ecc.

 

Se schiattano gli animali, oltre alla morte di queste povere bestie, per l’allevatore ci sarà una sostanziale perdita economica, dovuta al blocco della produzione (ad es. di uova) nonché al riacquisto dei nuovi animali. 

 

Se la morte fosse causata da un difetto del tuo impianto elettrico, temo proprio che l’allevatore, presto o tardi, verrebbe a bussare alla tua porta… e non per portarti in regalo le uova delle sue galline.

 

  • Elevato danno a cose

Possono far parte di questa categoria: musei, luoghi pregevoli per rilevanza storica o artistica, tutti quei luoghi in cui vengono custodite cose che rappresentano un patrimonio culturale insostituibile (se bruciasse la Gioconda, ad esempio, sarebbe una perdita non da poco).

 

Da un mio cliente c’era un quadro, di non so quale famoso pittore, che a suo dire valeva 800 mila euro. Se quel quadro si fosse ridotto ad un cumulo di cenere a seguito di un incendio causato dal famoso cortocircuito sul tuo impianto, mi sa che anche lui, assieme all’allevatore, si sarebbe presentato alla tua porta.

 


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Luoghi di tipo B: con l’avvento della nona edizione della CEI 64-8: 2024 la definizione è cambiata da “edifici con strutture portanti in materiale combustibile” a “Fabbricati costruiti prevalentemente in materiali combustibili”.

Sembra una modifica da poco ma in realtà è sostanziale.

 

  • Fanno parte di questa categoria gli chalet di montagna, gli edifici in legno, le case in paglia, ecc.

 

Fanno parte di questi edifici i fabbricati realizzati con strutture portanti combustibili che possono incendiarsi a seguito di un guasto elettrico di componenti e apparecchi installati a contatto con le stesse strutture.

 

La norma lascia intendere che, se il materiale combustibile è ricoperto con materiale aventi classe di reazione al fuoco pari ad A1 (es. cartongesso), allora puoi non considerare i luoghi a maggior rischio in caso di incendio.

 

Ti racconto un altro episodio che ha dell’incredibile.

 

Tra battibecchi e colpi di testa, in questo caso il costruttore ha raggiunto l’apice dell’ignoranza e della furberia.

 

Sosteneva a gran voce che il legno con cui era stata costruita l’abitazione fosse ignifugo, ma di scritto non c'era nulla.

Nada, niente, nichts. Non ha prodotto uno straccio di prova che potesse certificare i requisiti antincendio del legno.

Nonostante le nostre svariate sollecitazioni (si, in seguito sono intervenuto anche io ad aiutare l’elettricista), tra un “ma se ti dico che è ignifugo fidati” e un “non hai bisogno di alcuna certificazione, se ti dico che è così fidati”, l’installatore ha ben deciso di mandarlo a quel paese, sacrificando l’esecuzione di un impianto in nome della responsabilità verso i propri clienti e della sua tutela.

Personalmente, sono convinto sia stata la cosa migliore che lui potesse fare e credo tu sia d’accordo con me.

Andiamo avanti, meriti di saperne di più.


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Luoghi di tipo C: Fabbricati adibiti allo stoccaggio/lavorazione di materiali combustibili in quantità rilevante ambienti (carico d’incendio specifico di progetto superiore a 450 MJ/mq).

 

  • Fanno parte di questa categoria i locali che contengono quantità di materiale combustibile rilevante in relazione alla superficie del locale stesso, ad esempio archivi, depositi di carta, falegnamerie, buona parte dei locali indicati nel DPR 151/11 (elenco delle attività soggette a prevenzione incendi), ecc.

 

N.B. La definizione del carico di incendio specifico spetta al datore di lavoro o ad un tecnico abilitato (non è né compito dell’istallatore, né del progettista elettrico!). Per tutelarti, fatti sottoscrivere, almeno dal cliente, che il carico di incendio è inferiore a 450 MJ/mq, altrimenti il tuo impianto elettrico, idoneo per un luogo ordinario potrebbe rivelarsi pericoloso conducendoti verso un cospicuo risarcimento danni. 

 

In ogni caso, se nessuno ti dice nulla, fatti quantomeno sottoscrivere due righe al committente con cui ti dichiara che l’edificio in cui devi realizzare l’impianto, non ricada in nessuna di queste tipologie.

 

Ti sei mai trovato in una situazione in cui…

 

devi realizzare un impianto elettrico in un’abitazione destinata a dei disabili?

 

  • Ti sei chiesto se i disabili riescono ad evacuare velocemente e senza problemi? Oppure se il tempo di evacuazione può essere elevato perché da sdraiati nel letto devono montare sulla sedia a rotelle, uscire dall’appartamento al quarto piano e aspettare che l’ascensore li porti giù? Tutto questo mentre le fiamme divampano… Potrebbe quella particolare abitazione essere un luogo a maggior rischio in caso di incendio?

 

devi realizzare un impianto in un allevamento di bestiame intensivo?

 

  • Ti sei chiesto se la mancanza di alimentazione può provocare la morte degli animali? O se peluria o piumaggi possono depositarsi sugli impianti elettrici diminuendo la dissipazione termica e arrivare ad incendiarsi? Non è impossibile e te lo dico perché è proprio capitato in un allevamento cunicolo dalle mie parti. Potrebbe quel particolare allevamento essere un luogo a maggior rischio in caso di incendio?

 

devi realizzare un impianto elettrico in una casetta in legno nonostante sia di pochi mq?

 

  • Ti sei chiesto se quel legno è completamente ricoperto da materiale non combustibile? Qualcuno è riuscito a dimostrare con certificati attendibili che quel legno NON era combustibile? Potrebbe quella particolare abitazione in legno essere un luogo a maggior rischio in caso di incendio?

 

devi realizzare un impianto elettrico in un archivio in cui sono stoccate quintalate di carta? 

 

  • Ti sei chiesto se il carico di incendio può essere elevato? Ti sei fatto fornire dal cliente la valutazione del rischio incendio? Potrebbe quel particolare archivio essere un luogo a maggior rischio in caso di incendio?

 

Se pensi che qualcuno di quei luoghi possa essere considerato a maggior rischio in caso di incendio, spero farai tutto ciò che è in tuo potere per tutelare le persone che usano quegli impianti, per tutelare le cose e gli animali presenti e per salvaguardare te stesso da attacchi e contestazioni.

 

Vuoi evitare di incorrere in queste spiacevoli situazioni?

 

Avrei un’infinità di cose da dirti a riguardo, ma non voglio annoiarti se non ti interessa diventare un vero professionista.

 

Ho deciso di lasciare a te la scelta.

 

Se e solo se ti interessa evitare di finire nei guai e aspiri ad essere riconosciuto come “Il Professionista Elettrico” a cui affiderebbero anche l’impianto del Louvre, ti farà piacere sapere che ho messo a tua disposizione una guida di approfondimento totalmente gratuita!

 

Fossi in te, darei un’occhiata. La mole di informazioni contenute all’interno è davvero notevole! 

 

Lascia i tuoi contatti nella finestra a fondo pagina e riceverai la mail in cui troverai il link per scaricare la 

Guida Gratuita su COME ESEGUIRE GLI IMPIANTI ELETTRICI NELLE CASE DI LEGNO

 

Alla prossima,

 

Alessio Piamonti

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